I cambiamenti climatici, come in tutto il settore agricolo, influenzano notevolmente la viticoltura. E questa non è certo una novità. La CIA agricoltori delle Alpi, con la Camera di Commercio di Torino e l’Enoteca regionale dei vini della Provincia di Torino, ha condotto una ricerca per capire, analiticamente, quali siano gli effetti dei cambiamenti climatici e, soprattutto, quali siano le tecniche e le strategie migliori per mitigarli. Con risultati tutt’altro che scontati, presentato al Festival del giornalismo alimentare.
“Le Alpi sono un hotspot del cambiamenti climatici, cioè una regione in cui i cambiamenti climatici si fanno sentire di più”.
Nella regione alpina l’aumento medio della temperatura è più alto che altrove. Se l’aumento globale della temperatura media attualmente è di poco sopra 1 grado centigrado, sulle Alpi si registra un dato superiore al doppio. In alcune aree vitivinicole locali, come la Valle di Susa e la zona del Carema l’aumento di temperatura è addirittura 4 o 5 gradi centigradi.
Questo dato è ben evidente ai produttori di vino che da vent’anni osservano un costante anticipo della maturazione della vite, un anticipo della vendemmia e un aumento delle patologie della vite. Oltre a fenomeni meteorologici intensi e una stagione estiva sempre più arida.
“Sicuramente l’erbaluce di oggi è migliore di quello di vent’anni fa”.
La viticoltura si trova quindi ad affrontare problematiche serie causate dai cambiamenti climatici, ma nella provincia di Torino, con i dovuti accorgimenti, gli effetti non sono del tutto negativi. In molti casi la qualità del vino aumenta e si possono recuperare le vecchie aree vitivinicole d’altura.
Risultati della ricerca e video integrale disponibile sul sito di Cia agricoltori delle Alpi.