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Ghiacciaio Ciardoney

Ghiacciaio Ciardoney: estate 2022 da record.

Già nel 2019 avevo seguito Luca Mercalli e Daniele Cat Berro, della Società Meteorologica Italiana, sulle operazioni del bilancio di massa del Ghiacciaio Ciardoney. E le misure erano, ovviamente, negative: nonostante una buona quantità di neve invernale, in estate il ritiro, come di consueto, era stato inevitabile. Ed è così, come minimo, da almeno 30 anni: da quando sono iniziate le misure del bilancio di massa, sul Ghiacciaio Ciardoney si perde in media ogni anno quasi un metro e mezzo di spessore.

È chiaro che nessuno si aspettasse una situazione molto differente quest’anno.

Ma quando siamo tornati sul ghiacciaio il 1 giugno 2022, per le misure di inizio estate, era evidente che eravamo di fronte ad un qualcosa di eccezionale.

Nella settimana precedente erano già state fatte misure su altri ghiacciai nel Parco del Gran Paradiso, e tutte evidenziavano la drastica scarsità di copertura nevosa, data da un inverno straordinariamente secco in tutta Italia – ma particolarmente nel nord-ovest – e da una primavera molto calda. Con il maggio più caldo degli ultimi 200 anni. Poca neve e una fioritura avanzata a 2500 metri, dove solitamente, nello stesso periodo, ci sono anche 2-3 metri di neve. (Report completo su Nimbus)

Ma a colpirmi maggiormente non è stato il fatto in sè, già allarmante, ma il silenzio quasi funereo di chi era intorno a me, che pur essendo ben preparati e consapevoli del destino ormai scritto dei ghiacciai, sono rimasti quasi smarriti, increduli, in una specie di diffuso senso di sconfitta.

L’impressione è stata quella di essere davanti a ciò che cinematograficamente si chiamerebbe “turning point”: un punto di svolta del racconto, un punto di non ritorno, superato il quale la storia accelera con una successione di eventi sempre più incalzante, fino a raggiungere il climax prima della conclusione. Che di solito finisce bene, almeno nel cinema.

Sappiamo cosa dobbiamo aspettarci per il futuro, ma non ci aspettavamo una situazione come quest’inverno e questa primavera già adesso, già ora…

daniele cat berro – SMI

Potrò dire di esser stato testimone di un cambiamento epocale del pianeta.

Luca Mercalli – smi

Nel video Luca Mercalli si abbandona i peggiori presagi: “quest’estate se scalda portiamo via 4 metri“.

Com’è noto l’estate 2022 ha scaldato eccome, passando agli archivi come l’estate più calda almeno degli ultimi 200 anni insieme alla famigerata estate 2003.

A metà settembre 2022 siamo tornati sul ghiacciaio per le misure di fine estate, e lo smarrimento di qualche mese prima ha lasciato il posto ad una sorta di preoccupata rassegnazione. Una rassegnazione per l’esponenzialità e l’inesorabilità del processo; una preoccupazione per le implicazioni nel futuro prossimo. Molto prossimo.

Infatti i metri di spessore persi dal ghiacciaio sono stati in media proprio 4, come dalla peggiore delle ipotesi, con punte anche di 5-5,50 metri. Un dato che segna una accelerazione pazzesca nel processo di ablazione dei ghiacciai, e che, oltre ai temi sulla sicurezza in montagna e sulle nuove dinamiche che coinvolgono flora e fauna, pone una serie di interrogativi sulla gestione delle risorse idriche cui bisognerà presto trovare risposte concrete.

Tornando alla metafora cinematografica temo che il climax sia ancora lontanuccio. Ma il dubbio principale, più che altro, è che la storia riesca, anche questa volta, a volgere sul classico lieto fine.