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La torrida estate 2022 dei ghiacciai.

Oggi termina la lunga estate 2022. La peggiore estate dei ghiacciai, inaugurata per altro dal crollo sulla Marmolada. Un’estate che passerà agli archivi come l’estate più calda – come minimo – degli ultimi 200 anni, con temperature molto al di sopra della media (almeno 2,5°, che come dato medio è elevatissimo), con una successione continua di anticicloni africani, un mare bollente e una siccità straordinaria.

Tutte condizioni particolarmente avverse per i ghiacciai già in grande sofferenza. Che in effetti hanno registrato in tutto l’arco alpino un regresso del tutto inedito e preoccupante, tre-quattro volte superiore alle precedenti estati calde.

Da una parte lo scioglimento di grandi volumi di ghiaccio è proprio ciò che ha salvato l’agricoltura nella canicola della pianura, ma oggi sappiamo chiaramente che nel futuro prossimo mancherà il solito apporto di acqua dalle valli sia per la carenza di nevicate sia per la mancanza della riserva idrica dei ghiacciai. Che unita alla scarsità di piogge nella stagione estiva crea una combinazione nefasta di fattori avversi.

Anche nell’estate 2022 ho frequentato parecchio i ghiacciai del Piemonte e della Valle d’Aosta, e anche a colpo d’occhio, da un anno all’altro, si notano grandi differenze. Ma quest’anno, ricordato anche per il crollo sulla Marmolada, è stato ancora più netto.

Ghiacciaio del Sommeiller.

Riprese per un servizio Rai, nell’anno in cui ai 3000 metri del Colle del Sommeiller si costruisce un bivacco laddove esisteva un ristorante per gli amanti dello sci estivo. Uno sci estivo che richiamava molti appassionati, con la costruzione di una carrozzabile spettacolare. Che forse oggi – pensiero mio che vale per quello che è – nessuno si sognerebbe più di autorizzare. Lo sci estivo sul Ghiacciaio del Sommeiller è terminato a metà degli anni 80, perchè non più praticabile a causa del suo ritiro. E il ghiacciaio oggi è praticamente estinto. Rimane un sottile strato di ghiaccio e rocce, crepacciato e inciso dai rivoli d’acqua. Il Ghiacciaio del Sommeiller dal 1960 ad oggi ha perso il 95% della sua superficie.

Ghiacciaio del Galambra.

ghiacciaio galambra 1950 ghiacciaio galambra 2022

Il caso del Ghiacciaio del Galambra è davvero impressionante. Le immagini d’epoca, di inizio secolo e degli anni Sessanta mostrano uno spessore notevole di ghiaccio. Non a caso tra fine 800 e inizio 900 era, anche per la relativa vicinanza alla linea ferroviaria – 2000 metri più in basso – luogo privilegiato di approvvigionamento di blocchi di ghiaccio per la conservazione degli alimenti in Valle di Susa e in pianura. Dagli anni Sessanta ad oggi è scomparso. Negli ultimi anni restava un residuo di glacionevato appena al di sopra del lago. Ancora in parte presente nelle riprese di inizio agosto, quasi del tutto scomparso solo 20 giorni dopo.

Ghiacciaio Ciardoney.

Ghiacciaio Ciardoney 1970 Ghiacciaio Ciardoney 2022
Immagini della Società Meteorologica Italiana

Il Ghiacciaio Ciardoney da 30 anni è monitorato dalla Società Meteorologica Italiana. In media perde ogni anno 1,5 metri di spessore e 15 metri di lunghezza. L’estate 2022 del Ghiacciaio Ciardoney, raccontata in pagina dedicata, è stata una annata di record: oltre 4 metri di spessore e 30 metri di lunghezza persi in un solo anno. Le prospettive di vita di questo ghiacciaio si accorciano ogni anno sempre più: nel 2019 si ipotizzavano ancora 20-30 anni prima della sua estinzione, oggi si ritiene che probabilmente tra 10 anni sarà del tutto scomparso.

Ghiacciaio del Gigante.

Consueto appuntamento annuale con il Ghiacciaio del Gigante, sul massiccio del Monte Bianco, in occasione della Summer School del corso di formazione sui cambiamenti climatici Ghiaccio Fragile. Arrivati a Punta Helbronner lo scenario era decisamente inconsueto: per la prima volta, anche qui a 3500 metri, mi è parso di avere davanti agli occhi un malato terminale. Sgonfio, disidratato e rugoso, anche solo rispetto allo scorso anno. Irritato dalla polvere del deserto dello scorso inverno che ne ingiallisce la superficie, oltre a scaldarla ulteriormente; ricoperto, in prossimità dei fianchi rocciosi, di rocce franate negli ultimi mesi a causa dell’aumento delle temperature; corrugato da profondi crepacci solitamente coperti. Triste, triste testimonianza.

Ghiacciaio del Miage.

Gli esperti dicono che il Ghiacciaio del Miage è, nelle Alpi, uno dei meno esposti al riscaldamento climatico. Perché pur essendo sul versante sud delle Alpi, con una lunga lingua glaciale a quote non così elevate – circa 2500 metri – è un cosiddetto “ghiacciaio nero”, ovvero ricoperto quasi completamente da uno strato di rocce che lo preserva dalle radiazioni solari. Tutto vero. Infatti la fronte del ghiacciaio sembra essere abbastanza stabile, si ritira di pochi metri all’anno. Ma è lo spessore del ghiacciaio ad assottigliarsi in modo evidente, anno dopo anno: 20 metri di spessore persi in 10 anni, praticamente un palazzo di 6 piani. Una cittadina di palazzi di 6 piani, a dirla tutta. Oltre ad un lago sempre più misero.