Demosofc. O meglio, demo-sofc, che sta per progetto demo di impianto SOFC dove per SOFC si intente tecnicamente Solid Oxide Fuel Cells.
Solito acronimo incomprensibile dei progetti comunitari, del tutto incapaci di comunicare al pubblico.
In realtà già in occasione del video di presentazione del progetto, ancora in divenire, senza impianti concreti da riprendere, la cosa mi era sembrata interessante, seppur di difficile comprensione.
Ma vedendo gli impianti, e soprattutto ascoltando le parole del professor Santarelli del Politecnico di Torino, mi sembrava di essere davanti ad una straordinaria rivelazione: è possibile creare energia elettrica pulita avendo come materiale di scarto vapore acqueo e acqua.
Me lo sono fatto ripetere: gli scarti di quella che di fatto si chiama combustione, sono vapore acqueo e acqua.
Ma allora siamo di fronte ad una tecnologia rivoluzionaria, che potrebbe risolvere i problemi delle polveri sottili, delle emissioni metano e Co2 (anche se il vapore acqueo è pur sempre un gas serra). Demosofc è il principale progetto sperimentale, in Europa, di produzione di energia elettrica mediante celle a combustibile ad ossidi solidi, che sfrutta il biogas prodotto dai fanghi di depurazione delle acque reflue dell’impianto Smat di Collegno.
Un progetto estremamente interessante e anche molto efficiente: 100 kilowattora di potenza utilizzati dall’impianto Smat, con un’efficienza del 90%, molto di più rispetto alla tradizionale combustione del biogas per produzione di elettricità mediante turbine.
Un grande rivoluzione dunque. Ma allora perché questa tecnologia così efficiente e pulita è ancora relegata a laboratori o progetti sperimentali come demosofc? Ah, ecco. Perché sono tecnologie troppo care. Allora ci toccherà respirare ancora per un po’ polveri sottili…