Visto il successo della prima serie di video dedicati al lavoro dei ricercatori antartici del Museo Nazionale dell’Antartide, torniamo sul tema per raccontare la ricerca scientifica nelle sedi distaccate. È anche l’occasione di far conoscere i tesori del Museo Nazionale del’Antartide in tempi di coronavirus.
La sede di Trieste, oltre alla collezione di carte antartiche, raccoglie una vasta esposizione dedicata ai primi esploratori antartici, da Cook a Shackleton a Amundsen e Scott. Tra questi anche i primi italiani: il comandante Giovanni Ajmone Cat e l’imprenditore Renato Cepparo, veri antesignani del Programma Nazionale della Ricerca in Antartide.
La sede di Genova ospita invece la banca di campioni ambientali antartici. La carote di ghiaccio, i campioni di acqua e il materiale biologico è a disposizione di tutti i ricercatori della comunità scientifica internazionale.
Mentre all’università della Tuscia è custodita la più ricca collezione al mondo di funghi e batteri antartici, uniche forme di vita in grado di resistere alle estreme condizioni meteorologiche delle valli secche di McMurdo. Una zona totalmente priva di acqua e con temperature molto rigide con condizioni più prossime a quelle di Marte. Questi funghi infatti sono anche oggetto di studio sulla Stazione Spaziale Internazionale, dove riescono a sopravvivere all’esterno, addirittura in assenza di atmosfera.