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Il suono di Torino in lockdown

Torino lockdown sound

Il suono di Torino in lockdown.


Chi conosce Torino sa che è una bella città e non c’è certo bisogno di ricordarlo con un video durante il lockdown del coronavirus.

E non c’è nemmeno bisogno di un ennesimo video che invita le persone ad aspettare in casa, responsabilmente, prima di uscire e andare a riprenderci la bellezza dimenticata.

Ciascuno di noi sa bene quello a cui ha rinunciato in queste settimane di e quello che tornerà a fare subito dopo.

Però il lavoro del videomaker è anche quello di documentare la realtà.

Il video Torino lockdown sound è una piccola testimonianza di questo momento storico in cui ci siamo ritrovati all’improvviso, riuscendo sì ad adattarci velocemente, ma forse senza comprenderlo a pieno.

Lo valuteremo meglio in prospettiva, osservandolo dalla giusta distanza, quando ne saremo usciti. Rivedere queste immagini forse non sarà come vederle adesso.

Il sound di Torino in realtà è molto diverso da quello del video.

Manca quella bassa frequenza costante di sottofondo, quella sorta di rumore viscerale e vitale della città che si sente da lontano.

L’attrito delle gomme sull’asfalto, le strade trafficate, i clacson, il ruggito delle caldaie, le fabbriche in periferia, le ventole dei condizionatori, delle canne fumarie, delle celle frigorifere.

Mentre realizzavo le fugaci riprese, oltre ai negozi chiusi, l’assenza quasi totale di auto e il cielo limpido (l’aria, come da prime impressioni, continua ad essere straordinariamente buona a Torino) mi rendevo conto che non tanto l’assenza di rumori, ma proprio il suono della città è molto diverso, è quasi privo di funzioni vitali, tolti i volatili urbani e l’acqua del Po (che per altro non è così abbondante, ma questo è un altro problema…).

E allora montandolo ho deciso di amplificare questo effetto di reale straniamento, inserendo il sound della città che conosciamo. Trafficata e inquinata, ma vivace e vitale.